Autorità tutte di questo Lions passate e presenti, signore e signori.

 

Sono lieto di trovarmi in mezzo a voi, in occasione di questo "passaggio" simbolico e rituale cosi come vuole la tradizione di questo sodalizio e lo sono in particolar modo perchè credo fermamente nelle capacità che l'uomo ha di mimetizzarsi, spesso per fini che talvolta nemmeno lui conosce ma ai quali tende in modo inevitabile.
Non voglio parlare dell'essere umano in senso negativo. Mi interessa guardare, come credo facciano un po' tutti, ciò che l'uomo simula di fare, in molti, troppi contesti, dando lavoro alla psicologia sociale mentre, credo, dovrebbe spesso essere la psichiatria ad occuparsene.
Non è uno sguardo d'insieme ad una società occidentale come la nostra, grassa, frastornata e preoccupata nella difesa di valori ai quali non crede più ma ai quali fa riferimento per comodità. Si tratta di una semplice analisi fondata su ciò che abbiamo sotto gli occhi quotidianamente.
Non è uno sguardo d'insieme ad una società occidentale come la nostra, grassa, frastornata e preoccupata nella difesa di valori ai quali non crede più ma ai quali fa riferimento per comodità. Si tratta di una semplice analisi fondata su ciò che abbiamo sotto gli occhi quotidianamente.
Vi sono derive e travisamenti, Vi è una disgiunzione permanente tra il politico (non intendo assolutamente parlare di partitico, ma di politico nel mai dimenticato senso della cura della 'polis' ellenica) e l'esistente sociale.
Sotto il vesillo agitato pericolosamente di fare di noi degli individui unici, dotati di inalienabili libertà - anche politiche - veniamo abbandonati ai vari poteri degli organamenti che governano la nostra esistenza quotidianamente.
Condizioni ad abbedire sempre, dovunque e senza possibilità di ricorso, dall'asilo infantile fino all'età della pensione, paghiamo quasi sempre senza accorgercene una reale sottomissione sociale al beneficio di una illusoria libertà che consiste nel far scivolare periodicamente un foglietto nell'urna per conservare il diritto di chiudersi nel proprio guscio per il resto del tempo ringaluzziti per ciò che si fa per riuscire nella vita.
Apparentemente una valutazione pessimista ma che così non è. Si tratta di una valutazione che mi porta invece a scoprire come esista una sorta di vita associativa, che corre parallela a quella ufficiale che però ha ben altri ritmi, ben altri proponimenti, ben altro agire.
Se talune mie precedenti affermazioni potrebbero sembrare di matrice liberale o liberista, con esclusione a riferimenti di schieramento, posso subito chiarire che non è tanto mia intenzione soffermarmi su questo, quanto verificare come le più presenti 'scuole' di associazionismo ad elevato valore aggiunto provengano tutte da fondatori dove il senso di libertà era - e talvolta è - più alto spessore.
Mi riferisco ai gruppi come I Lions, come i Rotary, come i Boy Scouts, tutti di alto profilo sociale, con differenze che tali sono per chi li vive e frequenta ma che sostanzialmente godono di affinità ideali difficili da ignorare. E tutti con provenienza anglo-sassone. Il valore dell'individuo e dell'uomo sociale chiara, ben definita, condivisa. Obiettivi chiari, regole chiare, modalità altrettanto chiare di governo e di vita associativa. Per contro, poco bizantinismo, lealtà e stretta di mano che vale.
Ciò che fa di un uomo, un uomo egregio. 'E grege', fuori dal gregge. L'uomo che sa prendersi per mano da solo e che, assieme a molti altri che si danno la mano da soli, costituiscono la vera, grande possibile solidarietà verso altri uomini.
Non so quanto vi sia di simbolico nell'impiego programmatico e storico dei Lions verso chi non gode della vista, privato quindi della luce che talvolta può assumere caratteristiche di altra valenza specie nella società anglo-sassone, ma so che nel tentativo di ridare la luce a chi non ce l'ha vi è un aspetto profetico - in senso laico - che ne qualifica il senso ed il gesto.
Una alleanza di uomini egregi, di uomini che condividono l'obiettivo e che fanno dell'impiego una propria nobiltà d'essere. In fondo i nuovi cavalieri dell'età di mezzo, di quel medioevo balordo e feroce, ideale, romantico e suicida.
Trovarmi tra uomini egregi è una sensazione gradevole, gratificante e facile da vivere e condividere.
L'IIRD - Istituto Internazionale per le Relazioni Diplomatiche - che io qui rappresento ha un po' alzato il tiro rispetto a tutte le mie considerazioni e si è imposto di mettere assieme uomini egregi che, per sorte, per scelta o altro, si sono trovati ad officiare in quell' arte che la storia chiama diplomazia e che il vivere di ogni giorno chiama compromesso.
Uomini egregi che spesso non agitano quelle egregie cose alle quali è chiamato lo spirito - e talvolta l'urna come dice il poeta - dei forti.
Anche l'IIRD si è dato obiettivi semplici e praticabili - quelli cioè di dialogare con le 'diplomazie' ufficiali e anche quelle non ufficiali e tentare una lettura braille laddove la convenzionale non fosse possibile. Per ragioni molteplici ma il più delle volte per ragioni estremamente semplici. I piccoli stati, gli stati poveri valgono meno degli altri. Senza ipocrisie.
Ecco quindi che vi è una sovrapponibilità tra le due istituzioni ancora più accentuata dalla volontà di operare in senso solidaristico con progetti possibili.
Certo ciò che i Lions fanno segna grandemente la vita di chi beneficia di tali azioni meritorie. E, realizzato un progetto, si passa ad un altro, con quella tensione dinamica che è la vera vita associativa.
E questo rende grande, rende appunto egregio chi, con tale attività e per tale attività si cala nel ruolo di chi, prima di stringere la mano agli altri la sa stringere a se stesso, in segno di rispetto per sé e pronto, un tale rispetto, a darlo a chiunque sia pronto ad accettarlo.
Ho letto del vostro progetto sulla adolescenza in difficoltà, sto partecipando al premio solidarietà. Termini facili se di questi si vuole spendere la retorica, difficili se se ne vive quotidianamente l'aspetto duro di una vita a tratti avara di benevolenza.
La piccola testimonianza rappresentativa dell'aver accettato il Patrocinio del Premio di Solidarietà intende esprimere con poche, chiare parole, il plauso per tale iniziativa perchè condotta con la sobrietà di cui accennavo più sopra.
Vi ringrazio quindi per il vostro invito, rinnovo il mio saluto anche a nome della presidenza dell'Istituto, dei suoi membri e dei suoi sostenitori.

Grazie ancora e vi auguro un buon proseguimento di serata

Dr. Roberto Cavallaro